"Memoria orgánica"Fotografía
60 x 50 cm
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Agustín Hurtado,
Alberto Valese,
Aldo Zari,
Alessandra Carraro
Alessandra Curti,
Alessandro Salvatori
Ana Matey Marañón,
Angela María Sanabria,
Antònia Jaén Sánchez,
Antonio Aversa,
Bruno Scomparin,
Camille Vallebregue,
Carmen Wop,
Curra Martín Azcona,
Dimitri Giannina
Domenico Russo,
Fátima Tocornal,
Fedele Tocci,
Francesco Aronne,
Francesco M T Tarantino,
Gabriela SchoberCartharius
Gail Sagman
Gianfranco Candeliere
Giorgio Giacomelli
Giovanni Potente,
Itziar Nanclares de Gamboa,
Jabi Machado,
Javier Barrera
Jon Berrondo Rekalde,
Jose Novoa Pallas,
Juán José Jiménez López,
Julio Rabadán Bujalance,
Karen Pullich,
Katia Marsh,
Katie Lazarowic,
Leonardo di Vasto,
Leonor González,
Lola Álvarez,
Luigi Marinella,
Luís Cruz Suero,
Macarena Zúñiga Infante,
Maria Gibert,
Marijana Vukic
Mariselo Ruiz Puche,
Mary LeMieux-Ruibal,
Mauro Richeldi
Michela Ianese
Miguel Angel Jiménez,
Mylene Faure,
Octavio Peniche
Paolo Zamolo,
Patricia Hernández,
Pedro Ruiz Cacho,
PieroVio
Piotr Adamski,
Salomé del Campo Peñalver,
Salvo Prestifilippo
Susana Modrego Ruiz,
Teresa Osta,
Tiina Jaakkola,
Vicì! Quante persone ti stanno conoscendo e si commuovono davanti al tuo ritratto... Qualcuno scherza con il tuo viso e la tua pipa, altri frammentano l’immagine e ricompongono disordinatamente i suoi elementi, come succede con la memoria e l’esistenza, con il loro disordine. C’è pure chi ti racconta la sua pena, sognando che quella tua figura, grande e tranquilla, rassicurante, la possa accogliere e consolare: te la saresti mai immaginata tutta questa popolarità? Tu, un contadino che ad ottanta anni continuava ad andare a piedi in una campagna che non era più campagna, disseminata di edifici privi di storia. Che pensavi quando li vedevi crescere intorno alla tua piccola casa: ‘ntornu a turra,?
Se ti guardo, penso proprio che non ti preoccupassi più di tanto: l’avevi già capito che il mondo cambia e non si può sapere dove andrà a finire. Tu, per conto tuo, per restare intero, ripetevi i gesti di tuo padre e di tuo nonno, come hanno fatto anch’essi … prima di te.
Nel vento di pensieri oscuri, che non sapevi dove ti avrebbero portato, se la tua memoria perdeva i colori, se tu ti perdevi, non prendevi tela e pennelli né ti mettevi a scrivere. Arretravi come avrebbe fatto un bambino, quando ha paura, e che potevi fare? Cercavi un proverbio e quello ti ricordava qual’era la giusta condotta, non è vero Vicì?
Se sopraggiungeva un mal di testa, ricorrevi alla raziuna, quella formula misteriosa, a volte, allontanava veramente “u malucchiu”. Se ai tuoi perché non trovavi risposte, ti facevi coraggio passando lo sguardo sull’orto e le poche cose che avevi intorno.
Che sogni avevi da giovane? Non posso credere che aspettasi solo di terminare il lavoro e ritrovarti finalmente di fronte ai “maccaruni”, quella pasta preparata da tua madre con le mani e un bastoncino di ferro. A quei tempi, la pasta fatta si comprava in negozio solo nel periodo delle feste, per mangiare qualcosa di diverso. Il pane e il vino c’erano tutti i giorni: il pane si faceva due volte al mese, e quando diventava troppo duro si metteva nella minestra coi fagioli. “’U livatu” l’andavi a cercare da bambino, come anch’ io ho fatto qualche volta, in casa della vicina che aveva panificato per ultima. Quel po’ di amalgama residuo, inacidito, faceva crescere una montagna di impasto sotto le coperte, protetto dalle correnti. La coppetta sbeccata che conteneva il lievito passava di famiglia in famiglia: era così da cento, o chissà da quanti anni ancora.... Che profumo e che allegria quando dal forno uscivano le pitte e quelle forme di pane fresco.
Con tua moglie di che parlavi? Come la salutavi quando all’alba guardavi il cielo e prendevi la zappa? Quello che allora ti preoccupava era procurare il pane alla famiglia; d’altronde, capita così ancora oggi, a tante persone. Quante volte pensavi anche tu, come tutti, che, nonostante quello che era già passato, la tranquillità purtroppo ancora non arrivava: bisognava trovare la forza di arrivare a domani. E allora, la sera portavi fuori quella sedia e, rimanendo sotto il gelso, andavi e tornavi solo con la mente, osservando il fumo della tua pipa.
Adesso mi sembri sereno. Chissà? Forse hai conservato la semplicità senza preoccuparti del corpo che dovevi sentire invecchiare sempre più rapidamente. Solo la rassegnazione ti poteva essere d’aiuto per toglierti la paura di morire, che ogni tanto ti prendeva e doveva essere bello andare a letto con la tua donna, non appena faceva scuro. Quel piccolo giaciglio vi faceva sentire insieme, uniti, e meno poveri, mentre tutto intorno abbaiavano i cani, o, se era d’estate vi rassicurava il canto dei grilli. Certamente facevate progetti pure voi, e sognavate prima di dormire.
Vicí, di che parlavi con gli amici? Ora si parla e si parla, si fanno e si sanno tante cose, ma sono pochi quelli che riescono a stare seduti, come te, su una vecchia sedia, messa di traverso per appoggiare il braccio che tiene la pipa, e fumare fino a quando la minestra non era in tavola; allora prendevi la bottiglia del vino e, se era vuota, andavi alla botte, e sorridevi vedendo quel filo rosso che profumava scendendo lentamente dal beccuccio, formando una schiuma allegra.
Che lusso no, Vicí? Ad ottanta anni, poterti fumare una pipa senza aver lavorato tutta la giornata. Eri così quando ti ho trovato per caso e ti sei messo in posa. Poi, per non restare solo, hai chiamato Marisa, che giocava col suo gatto, perchè ti era venuto un pensiero strano, hai immaginato che ti avrebbe visto Jabi Machado, un pittore andaluso, e da quel momento avresti cominciato ad essere famoso, saresti andato a Siviglia ed a Venezia, addirittura ti avrebbero visto in una prigione dell’Alabama. Credo che tu l’abbia pensato, lo sapevi che non c’erano molti come te. Quando tu, già vecchio, continuavi ad andare in campagna, senza dimenticare il tuo cappello, per ritrovare quella sedia vicino all’albero e ricostruire la memoria del tuo mondo, gli altri stavano correndo per non andare da nessuna parte, per girare, girare e ritrovarsi stanchi e delusi, cercando di credere che non sia così.
In quel periodo, la sera, ti vedevo tornare a piedi sul rettifilo. Attraversavi il ponte nel senso opposto al mio, che correvo per conoscere il mondo, pensavo. Forse tu hai immaginato che ti sarebbe piaciuto essere al mio posto? Forse. Io di certo ho desiderato di assomigliarti.
Siamo così Vicì, in fondo una vita non ci basta. Per non essere soli, per essere un po’ più di quello che siamo, vorremmo vivere anche la vita di altri,è possibile: basta amare, è semplice no?
Ma dimmi la verità Vicì, stai pensando: ma che dice questo, che vuole? Tu avevi chissà quali pensieri, seduto là, sotto il gelso, quando io ho caricato la macchina e...
Associazione Culturale Momos
presenta
L’Arte della Memoria
www.artedelamemoria.com
Cos’è Arte della Memoria
L’Arte della Memoria, che già in questa fase preparatoria ha ricevuto richieste di partecipazione da artisti italiani e stranieri residenti a Venezia, è un evento di esposizione e produzione artistica che si evolve spontaneamente, coinvolgendo al momento circa 60 artisti da tutto il mondo.
Nato fra Spagna e Italia, Arte della Memoria, ha origine in una foto in bianco e nero di trent’anni fa che ritrae un anziano contadino calabrese con la nipotina e il gatto di fronte a una casa rurale, soggetti e ambienti anonimi o quasi, che rimandano a epoche del passato di ognuno, dando luogo a risonanze della memoria.
Dopo le prime opere, nate per caso in una cerchia di amici, un gruppo sempre più grande di artisti ha deciso di ispirarsi a questo soggetto per produrre un’opera con i media più diversi. Si tratta di artisti più o meno professionisti, più o meno riconosciuti, che in questa operazione nata al di fuori di un intento espositivo o commerciale, esprimono con semplicità e forte senso di gratuità il proprio slancio creativo, partendo da un soggetto così casuale e reale, così intimo e astratto. Il soggetto fatto rivivere così tante volte e differentemente, fa riemergere al contempo gli avatar dei personaggi, cui vengono restituiti vite, vibrazioni emotive e narrative, che – in un continuo spostamento degli equilibri iconografici – li trasformano in metafore, archetipi e matrici di una molteplicità di vissuti possibili e reali.
L’invenzione supera la cancellazione e ricrea con rispetto la vita dove sembrava scomparsa. Si supera ogni informazione o definizione, con un omaggio stesso alla vita, che si oppone al tempo della dimenticanza e della perdita. E’ un processo che per questo motivo, e per l’assoluto aspetto volontario e disinteressato, si configura come un’esperienza di scambio e di dono, legato all’atto artistico e alla contemplazione e testimonianza della vita stessa.
Dopo le mostre informali spagnola e calabrese di Siviglia e Castrovillari (Cs), si vuole portare questa mostra a Venezia e allargare l’invito e l’offerta di partecipazione e confronto, conservando e promuovendone la natura gratuita e donativa. Il progetto assumerebbe un carattere itinerante, mostrando tutti i lavori prodotti, senza alcun pregiudizio e selezione, in modo da offrire allo stesso tempo uno specchio e una festa della funzione sociale dell’atto creativo.
Il carattere collettivo e partecipativo così come le relazioni che il progetto ha diffuso e creato, hanno stimolato rimandi fra la fase di ricezione e di produzione artistica e reso questa esperienza trasversale a gruppi sociali differenti.
Dare visibilità a questo fenomeno eccentrico, che devia dalle regole attuali del mondo dell’arte, e risulta essere un grande caso dal punto di vista sociologico e visuale, è lo scopo di questa mostra: L’Arte della Memoria passa da Venezia.
Presentazione
La presentazione godrà del contributo iniziale del professor Mario Geymonat – docente presso la Università di Ca’ Foscari, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente – nonchè presidente dell’Associazione Italiana di Cultura Classica della delegazione di Venezia.
Inaugurazione
Per l’inaugurazione è stato pensato un vero scambio culturale basato sulla alimentazione. Al posto del buffet regolamentare e oramai scontato, con l’aiuto di Paola Giagulli del Consorzio Monte Veronese, che promuove in particolare formaggi e vini del Soave sarà organizzato un banco di degustazione di prodotti locali provenienti dai luoghi di origine di ognuno degli artisti partecipanti che porteranno vino e formaggio del proprio paese, appositamente rietichettati per la occasione.
Laboratori didattici di contaminazione creativa
I percorsi didattici gratuiti per le scuole (circa 90 allievi) si presentano come un contributo veneziano poderoso al progetto di scambio artistico che è nello spirito di Arte della Memoria. Si creeranno dei legami fra diverse generazioni: artisti adulti locali e bambini, artisti studenti dell’accademia di belle arti e del mondo universitario e futuri artisti del biennio del liceo artistico. E’ proprio grazie alla unione delle tradizioni e capacità locali di diverse origini che il progetto si presenta come una formula itinerante, aperta, di alto valore formativo e potenzialmente internazionale. In questo modo quattro diverse generazioni di Venezia si troveranno a scambiare conoscenze e abilità che entreranno a far parte del progetto a pieno titolo. E’ infatti centrale per Arte della Memoria proseguire nell’incontro fra diverse realtà creando occasione e luoghi di libera sperimentazione.
Elementari
Dal 3° al 5° anno
Percorso con due esperti artisti locali con esperienze pregresse di formatori e diverso profilo artistico, in cui i bambini basandosi sulla fotografia originale procederanno alla produzione con diversi linguaggi e mezzi artistici di lavori originali.
Tre ore in mattinata.
Uscita scolastica da programmare. Assicurazione a carico delle scuole.
Superiori
Con due quattro studenti proventienti dalla accademia di belle arti o dall’università, gli studenti del biennio di scuola superiore affronteranno un percorso di carattere più consapevolmente artistico. La trasformazione creativa del soggetto della mostra sarà occasione per confrontarsi con il lavoro espressivo spontaneo, intimo e libero che la ha originata e con lo sviluppo di un apporto personale maturo.
Progetto di comunicazione
Durante tutta la durata dell’evento veneziano saranno raccolte adesioni di nuovi artisti locali e non, al progetto espositivo itinerante.
Il progetto di comunicazione consiste nella creazione di cataloghi formati da album fotografici e da postcard delle opere esposte, che il visitatore potrà anche selezionare e comporre a suo piacimento. Sarà dunque eseguito un progetto grafico per l’occasione. La postcard inserita nella copertina esterna consiterà della fotografia madre della mostra.
Saranno editati manifesti della mostra in accordo con la istituzione municipale al fine dell’esenzione dalle tasse di affissione.
In occasione della mostra sarà rinnovato e completato il sito http://www.artedelamemoria.com/ (la dicitura è corretta, poichè il dominio è in lingua spagnola): il sito è in cinque lingue, catalano, castigliano, italiano, inglese e francese. Sul sito sarà promossa la mostra veneziana.
Si provvederà ad una adeguata informazione a mezzo stampa locale e artistica attraverso i contatti della Associazione e degli artisti, sia on-line che periodica e quotidiana.
Progetto di accoglienza
Con l’aiuto degli allievi dell’Istituto per il Turismo “Andrea Gritti”, già coinvolti in percorsi formativi come guide e operatori museali in un progetto di alternanza scuola lavoro, saranno programmate attività di accoglienza e accompagnamento specifico al visitatore, come creazione di itinerari e guide per la mostra.
L’excursus formativo degli allievi ha già interessato le strutture museali del territorio, come i Musei Civici veneziani in collaborazione con gli Itinerari Educativi del Comune di Venezia.
Saranno attivati accordi di stage fra l’Istituto scolastico “A.Gritti” e associazione Momos.
Associazione Momos
rappresentante legale delegato - Amerigo Nutolo
e-mail: amerigonutolo@gmail.com
Tel. +39 3480509577
Iscrizione Albo Comunale di Venezia n°2286
Castello 535, 30122, Venezia
SALA SAN LEONARDO 1584.
Exposición "Arte de la memoria" en Venecia.
Sala San Leonardo 1584
Strada Nuova - Cannaregio
dal 12 aprile al 24 aprile 2008
dal lunedi al sabato ore 10-13 15-20
ingresso libero
Sala San Leonardo 1584
Strada Nuova - Cannaregio
dal 12 aprile al 24 aprile 2008
dal lunedi al sabato ore 10-13 15-20
ingresso libero
enlaces de intérés
Artistas que participan en la exposición de Venecia
Agustín Hurtado,
Alberto Valese,
Aldo Zari,
Alessandra Carraro
Alessandra Curti,
Alessandro Salvatori
Ana Matey Marañón,
Angela María Sanabria,
Antònia Jaén Sánchez,
Antonio Aversa,
Bruno Scomparin,
Camille Vallebregue,
Carmen Wop,
Curra Martín Azcona,
Dimitri Giannina
Domenico Russo,
Fátima Tocornal,
Fedele Tocci,
Francesco Aronne,
Francesco M T Tarantino,
Gabriela SchoberCartharius
Gail Sagman
Gianfranco Candeliere
Giorgio Giacomelli
Giovanni Potente,
Itziar Nanclares de Gamboa,
Jabi Machado,
Javier Barrera
Jon Berrondo Rekalde,
Jose Novoa Pallas,
Juán José Jiménez López,
Julio Rabadán Bujalance,
Karen Pullich,
Katia Marsh,
Katie Lazarowic,
Leonardo di Vasto,
Leonor González,
Lola Álvarez,
Luigi Marinella,
Luís Cruz Suero,
Macarena Zúñiga Infante,
Maria Gibert,
Marijana Vukic
Mariselo Ruiz Puche,
Mary LeMieux-Ruibal,
Mauro Richeldi
Michela Ianese
Miguel Angel Jiménez,
Mylene Faure,
Octavio Peniche
Paolo Zamolo,
Patricia Hernández,
Pedro Ruiz Cacho,
PieroVio
Piotr Adamski,
Salomé del Campo Peñalver,
Salvo Prestifilippo
Susana Modrego Ruiz,
Teresa Osta,
Tiina Jaakkola,
Domenico Russo
Vicì! Quante persone ti stanno conoscendo e si commuovono davanti al tuo ritratto... Qualcuno scherza con il tuo viso e la tua pipa, altri frammentano l’immagine e ricompongono disordinatamente i suoi elementi, come succede con la memoria e l’esistenza, con il loro disordine. C’è pure chi ti racconta la sua pena, sognando che quella tua figura, grande e tranquilla, rassicurante, la possa accogliere e consolare: te la saresti mai immaginata tutta questa popolarità? Tu, un contadino che ad ottanta anni continuava ad andare a piedi in una campagna che non era più campagna, disseminata di edifici privi di storia. Che pensavi quando li vedevi crescere intorno alla tua piccola casa: ‘ntornu a turra,?
Se ti guardo, penso proprio che non ti preoccupassi più di tanto: l’avevi già capito che il mondo cambia e non si può sapere dove andrà a finire. Tu, per conto tuo, per restare intero, ripetevi i gesti di tuo padre e di tuo nonno, come hanno fatto anch’essi … prima di te.
Nel vento di pensieri oscuri, che non sapevi dove ti avrebbero portato, se la tua memoria perdeva i colori, se tu ti perdevi, non prendevi tela e pennelli né ti mettevi a scrivere. Arretravi come avrebbe fatto un bambino, quando ha paura, e che potevi fare? Cercavi un proverbio e quello ti ricordava qual’era la giusta condotta, non è vero Vicì?
Se sopraggiungeva un mal di testa, ricorrevi alla raziuna, quella formula misteriosa, a volte, allontanava veramente “u malucchiu”. Se ai tuoi perché non trovavi risposte, ti facevi coraggio passando lo sguardo sull’orto e le poche cose che avevi intorno.
Che sogni avevi da giovane? Non posso credere che aspettasi solo di terminare il lavoro e ritrovarti finalmente di fronte ai “maccaruni”, quella pasta preparata da tua madre con le mani e un bastoncino di ferro. A quei tempi, la pasta fatta si comprava in negozio solo nel periodo delle feste, per mangiare qualcosa di diverso. Il pane e il vino c’erano tutti i giorni: il pane si faceva due volte al mese, e quando diventava troppo duro si metteva nella minestra coi fagioli. “’U livatu” l’andavi a cercare da bambino, come anch’ io ho fatto qualche volta, in casa della vicina che aveva panificato per ultima. Quel po’ di amalgama residuo, inacidito, faceva crescere una montagna di impasto sotto le coperte, protetto dalle correnti. La coppetta sbeccata che conteneva il lievito passava di famiglia in famiglia: era così da cento, o chissà da quanti anni ancora.... Che profumo e che allegria quando dal forno uscivano le pitte e quelle forme di pane fresco.
Con tua moglie di che parlavi? Come la salutavi quando all’alba guardavi il cielo e prendevi la zappa? Quello che allora ti preoccupava era procurare il pane alla famiglia; d’altronde, capita così ancora oggi, a tante persone. Quante volte pensavi anche tu, come tutti, che, nonostante quello che era già passato, la tranquillità purtroppo ancora non arrivava: bisognava trovare la forza di arrivare a domani. E allora, la sera portavi fuori quella sedia e, rimanendo sotto il gelso, andavi e tornavi solo con la mente, osservando il fumo della tua pipa.
Adesso mi sembri sereno. Chissà? Forse hai conservato la semplicità senza preoccuparti del corpo che dovevi sentire invecchiare sempre più rapidamente. Solo la rassegnazione ti poteva essere d’aiuto per toglierti la paura di morire, che ogni tanto ti prendeva e doveva essere bello andare a letto con la tua donna, non appena faceva scuro. Quel piccolo giaciglio vi faceva sentire insieme, uniti, e meno poveri, mentre tutto intorno abbaiavano i cani, o, se era d’estate vi rassicurava il canto dei grilli. Certamente facevate progetti pure voi, e sognavate prima di dormire.
Vicí, di che parlavi con gli amici? Ora si parla e si parla, si fanno e si sanno tante cose, ma sono pochi quelli che riescono a stare seduti, come te, su una vecchia sedia, messa di traverso per appoggiare il braccio che tiene la pipa, e fumare fino a quando la minestra non era in tavola; allora prendevi la bottiglia del vino e, se era vuota, andavi alla botte, e sorridevi vedendo quel filo rosso che profumava scendendo lentamente dal beccuccio, formando una schiuma allegra.
Che lusso no, Vicí? Ad ottanta anni, poterti fumare una pipa senza aver lavorato tutta la giornata. Eri così quando ti ho trovato per caso e ti sei messo in posa. Poi, per non restare solo, hai chiamato Marisa, che giocava col suo gatto, perchè ti era venuto un pensiero strano, hai immaginato che ti avrebbe visto Jabi Machado, un pittore andaluso, e da quel momento avresti cominciato ad essere famoso, saresti andato a Siviglia ed a Venezia, addirittura ti avrebbero visto in una prigione dell’Alabama. Credo che tu l’abbia pensato, lo sapevi che non c’erano molti come te. Quando tu, già vecchio, continuavi ad andare in campagna, senza dimenticare il tuo cappello, per ritrovare quella sedia vicino all’albero e ricostruire la memoria del tuo mondo, gli altri stavano correndo per non andare da nessuna parte, per girare, girare e ritrovarsi stanchi e delusi, cercando di credere che non sia così.
In quel periodo, la sera, ti vedevo tornare a piedi sul rettifilo. Attraversavi il ponte nel senso opposto al mio, che correvo per conoscere il mondo, pensavo. Forse tu hai immaginato che ti sarebbe piaciuto essere al mio posto? Forse. Io di certo ho desiderato di assomigliarti.
Siamo così Vicì, in fondo una vita non ci basta. Per non essere soli, per essere un po’ più di quello che siamo, vorremmo vivere anche la vita di altri,è possibile: basta amare, è semplice no?
Ma dimmi la verità Vicì, stai pensando: ma che dice questo, che vuole? Tu avevi chissà quali pensieri, seduto là, sotto il gelso, quando io ho caricato la macchina e...
PROGETTO MOMOS
Associazione Culturale Momos
presenta
L’Arte della Memoria
www.artedelamemoria.com
Cos’è Arte della Memoria
L’Arte della Memoria, che già in questa fase preparatoria ha ricevuto richieste di partecipazione da artisti italiani e stranieri residenti a Venezia, è un evento di esposizione e produzione artistica che si evolve spontaneamente, coinvolgendo al momento circa 60 artisti da tutto il mondo.
Nato fra Spagna e Italia, Arte della Memoria, ha origine in una foto in bianco e nero di trent’anni fa che ritrae un anziano contadino calabrese con la nipotina e il gatto di fronte a una casa rurale, soggetti e ambienti anonimi o quasi, che rimandano a epoche del passato di ognuno, dando luogo a risonanze della memoria.
Dopo le prime opere, nate per caso in una cerchia di amici, un gruppo sempre più grande di artisti ha deciso di ispirarsi a questo soggetto per produrre un’opera con i media più diversi. Si tratta di artisti più o meno professionisti, più o meno riconosciuti, che in questa operazione nata al di fuori di un intento espositivo o commerciale, esprimono con semplicità e forte senso di gratuità il proprio slancio creativo, partendo da un soggetto così casuale e reale, così intimo e astratto. Il soggetto fatto rivivere così tante volte e differentemente, fa riemergere al contempo gli avatar dei personaggi, cui vengono restituiti vite, vibrazioni emotive e narrative, che – in un continuo spostamento degli equilibri iconografici – li trasformano in metafore, archetipi e matrici di una molteplicità di vissuti possibili e reali.
L’invenzione supera la cancellazione e ricrea con rispetto la vita dove sembrava scomparsa. Si supera ogni informazione o definizione, con un omaggio stesso alla vita, che si oppone al tempo della dimenticanza e della perdita. E’ un processo che per questo motivo, e per l’assoluto aspetto volontario e disinteressato, si configura come un’esperienza di scambio e di dono, legato all’atto artistico e alla contemplazione e testimonianza della vita stessa.
Dopo le mostre informali spagnola e calabrese di Siviglia e Castrovillari (Cs), si vuole portare questa mostra a Venezia e allargare l’invito e l’offerta di partecipazione e confronto, conservando e promuovendone la natura gratuita e donativa. Il progetto assumerebbe un carattere itinerante, mostrando tutti i lavori prodotti, senza alcun pregiudizio e selezione, in modo da offrire allo stesso tempo uno specchio e una festa della funzione sociale dell’atto creativo.
Il carattere collettivo e partecipativo così come le relazioni che il progetto ha diffuso e creato, hanno stimolato rimandi fra la fase di ricezione e di produzione artistica e reso questa esperienza trasversale a gruppi sociali differenti.
Dare visibilità a questo fenomeno eccentrico, che devia dalle regole attuali del mondo dell’arte, e risulta essere un grande caso dal punto di vista sociologico e visuale, è lo scopo di questa mostra: L’Arte della Memoria passa da Venezia.
Presentazione
La presentazione godrà del contributo iniziale del professor Mario Geymonat – docente presso la Università di Ca’ Foscari, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente – nonchè presidente dell’Associazione Italiana di Cultura Classica della delegazione di Venezia.
Inaugurazione
Per l’inaugurazione è stato pensato un vero scambio culturale basato sulla alimentazione. Al posto del buffet regolamentare e oramai scontato, con l’aiuto di Paola Giagulli del Consorzio Monte Veronese, che promuove in particolare formaggi e vini del Soave sarà organizzato un banco di degustazione di prodotti locali provenienti dai luoghi di origine di ognuno degli artisti partecipanti che porteranno vino e formaggio del proprio paese, appositamente rietichettati per la occasione.
Laboratori didattici di contaminazione creativa
I percorsi didattici gratuiti per le scuole (circa 90 allievi) si presentano come un contributo veneziano poderoso al progetto di scambio artistico che è nello spirito di Arte della Memoria. Si creeranno dei legami fra diverse generazioni: artisti adulti locali e bambini, artisti studenti dell’accademia di belle arti e del mondo universitario e futuri artisti del biennio del liceo artistico. E’ proprio grazie alla unione delle tradizioni e capacità locali di diverse origini che il progetto si presenta come una formula itinerante, aperta, di alto valore formativo e potenzialmente internazionale. In questo modo quattro diverse generazioni di Venezia si troveranno a scambiare conoscenze e abilità che entreranno a far parte del progetto a pieno titolo. E’ infatti centrale per Arte della Memoria proseguire nell’incontro fra diverse realtà creando occasione e luoghi di libera sperimentazione.
Elementari
Dal 3° al 5° anno
Percorso con due esperti artisti locali con esperienze pregresse di formatori e diverso profilo artistico, in cui i bambini basandosi sulla fotografia originale procederanno alla produzione con diversi linguaggi e mezzi artistici di lavori originali.
Tre ore in mattinata.
Uscita scolastica da programmare. Assicurazione a carico delle scuole.
Superiori
Con due quattro studenti proventienti dalla accademia di belle arti o dall’università, gli studenti del biennio di scuola superiore affronteranno un percorso di carattere più consapevolmente artistico. La trasformazione creativa del soggetto della mostra sarà occasione per confrontarsi con il lavoro espressivo spontaneo, intimo e libero che la ha originata e con lo sviluppo di un apporto personale maturo.
Progetto di comunicazione
Durante tutta la durata dell’evento veneziano saranno raccolte adesioni di nuovi artisti locali e non, al progetto espositivo itinerante.
Il progetto di comunicazione consiste nella creazione di cataloghi formati da album fotografici e da postcard delle opere esposte, che il visitatore potrà anche selezionare e comporre a suo piacimento. Sarà dunque eseguito un progetto grafico per l’occasione. La postcard inserita nella copertina esterna consiterà della fotografia madre della mostra.
Saranno editati manifesti della mostra in accordo con la istituzione municipale al fine dell’esenzione dalle tasse di affissione.
In occasione della mostra sarà rinnovato e completato il sito http://www.artedelamemoria.com/ (la dicitura è corretta, poichè il dominio è in lingua spagnola): il sito è in cinque lingue, catalano, castigliano, italiano, inglese e francese. Sul sito sarà promossa la mostra veneziana.
Si provvederà ad una adeguata informazione a mezzo stampa locale e artistica attraverso i contatti della Associazione e degli artisti, sia on-line che periodica e quotidiana.
Progetto di accoglienza
Con l’aiuto degli allievi dell’Istituto per il Turismo “Andrea Gritti”, già coinvolti in percorsi formativi come guide e operatori museali in un progetto di alternanza scuola lavoro, saranno programmate attività di accoglienza e accompagnamento specifico al visitatore, come creazione di itinerari e guide per la mostra.
L’excursus formativo degli allievi ha già interessato le strutture museali del territorio, come i Musei Civici veneziani in collaborazione con gli Itinerari Educativi del Comune di Venezia.
Saranno attivati accordi di stage fra l’Istituto scolastico “A.Gritti” e associazione Momos.
Associazione Momos
rappresentante legale delegato - Amerigo Nutolo
e-mail: amerigonutolo@gmail.com
Tel. +39 3480509577
Iscrizione Albo Comunale di Venezia n°2286
Castello 535, 30122, Venezia
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